Perchè definisci i doppiatori italiani, “doppiattori”? Perchè devono calarsi due volte nell’interpretazione di un ruolo, nel senso che devono prima studiare e calarsi nei panni dell’attore che andranno a doppiare, dopodichè metabolizzare il tutto e recitare di nuovo una seconda volta. Questa è un’occasione straordinaria per riflettere sulle emozioni, su quanto le persone siano capaci di dare emozioni, su cosa nella vita emoziona o no. Il doppiatore fa un’esperienza straordinaria rispetto agli altri? Io credo che il doppiatore o chi fa questo lavoro deve nascere con un’indole ed una dote particolare, quella dote di, anche inconsapevolmente, di saper regalare emozioni, saperle trasferire e trasmettere agli altri. Questo non può essere insegnato. La voce è uno strumento che abbiamo a disposizione ed è un’espressione della nostra anima, della nostra emotività. Per cui spesso, a meno che non ci siano delle cose particolari in cui uno deve cambiare la voce, trasformarla, perchè doppia una persona più grossa o per cui deve portare la voce in falsetto e così via, ma la voce cambia in base a quello che stai interpretando. La voce è uno strumento che a volte, anche inconsapevolmente, ci parla e ci trasmette le nostre emozioni. Quando una persona è emozinalmente provata o emozionata, spesso la voce non esce o esce un po più velata o stentoria. Oppure quando sei arrabbiato, questo ti porta una respirazione più espansa, e questo permette alla voce di uscire in maniera più potente, forte. In base all’interpretazione, la voce esce, interpreta e si fa espressione di quello che noi stiamo cercando di tradurre artisticamente. Chi ha il fuoco di fare questo lavoro deve mettersi in testa di farlo con grande serietà. Per arrivare a questi obiettivi devi impegnarti, studiare, pronto a fare sacrifici come me. E’ vero che ho avuto la fortuna di amare questo lavoro e di iniziare da bambina, però ho sacrificato tanto, perchè ho sempre lavorato e studiato, mi sono dedicata e sicuramente ho sacrificato qualcosa della mia infanzia ed adolescenza per arrivare al top di questo lavoro.
Cosa ci insegna questa storia…
- Nel nostro mestiere si recita due volte. Perciò si dovrebbere parlare di “doppiattori”.
- Il doppiaggio consente di confrontarsi velocemente con diversi temi, personaggi e situazioni. Questo ti fa crescere amotivamente.
- Per fare questo lavoro, bisogna avere la dote di saper provare e regalare emozioni.
- Storicamente, il doppiaggio in Italia ha contribuito a combattere l’analfabetismo e a diffondere la lingua italiana “corretta”.
- La voce è uno strumento versatile e potente, dalla voce passano tutte le emozioni.
- Oltre all’emotività, è fondamentale la tecnica. Essendo uno strumento, la voce deve essere allenata, padroneggiata.
- Non ci si improvvisa attori e doppiatori, dietro c’è tanto studio, lavoro e sacrificio.