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Emanuela Rossi: usare la voce come strumento per trasmettere emozioni

Emanuela Rossi, doppiatrice e attrice, ci parla dell'impegno necessario per riuscire a trasmettere emozioni con la voce e di cosa è necessario per addentrarsi nella professione di doppiatore.

Perchè definisci i doppiatori italiani, “doppiattori”? Perchè devono calarsi due volte nell’interpretazione di un ruolo, nel senso che devono prima studiare e calarsi nei panni dell’attore che andranno a doppiare, dopodichè metabolizzare il tutto e recitare di nuovo una seconda volta. Questa è un’occasione straordinaria per riflettere sulle emozioni, su quanto le persone siano capaci di dare emozioni, su cosa nella vita emoziona o no. Il doppiatore fa un’esperienza straordinaria rispetto agli altri? Io credo che il doppiatore o chi fa questo lavoro deve nascere con un’indole ed una dote particolare, quella dote di, anche inconsapevolmente, di saper regalare emozioni, saperle trasferire e trasmettere agli altri. Questo non può essere insegnato. La voce è uno strumento che abbiamo a disposizione ed è un’espressione della nostra anima, della nostra emotività. Per cui spesso, a meno che non ci siano delle cose particolari in cui uno deve cambiare la voce, trasformarla, perchè doppia una persona più grossa o per cui deve portare la voce in falsetto e così via, ma la voce cambia in base a quello che stai interpretando. La voce è uno strumento che a volte, anche inconsapevolmente, ci parla e ci trasmette le nostre emozioni. Quando una persona è emozinalmente provata o emozionata, spesso la voce non esce o esce un po più velata o stentoria. Oppure quando sei arrabbiato, questo ti porta una respirazione più espansa, e questo permette alla voce di uscire in maniera più potente, forte. In base all’interpretazione, la voce esce, interpreta e si fa espressione di quello che noi stiamo cercando di tradurre artisticamente. Chi ha il fuoco di fare questo lavoro deve mettersi in testa di farlo con grande serietà. Per arrivare a questi obiettivi devi impegnarti, studiare, pronto a fare sacrifici come me. E’ vero che ho avuto la fortuna di amare questo lavoro e di iniziare da bambina, però ho sacrificato tanto, perchè ho sempre lavorato e studiato, mi sono dedicata e sicuramente ho sacrificato qualcosa della mia infanzia ed adolescenza per arrivare al top di questo lavoro.

Cosa ci insegna questa storia…

  1. Nel nostro mestiere si recita due volte. Perciò si dovrebbere parlare di “doppiattori”.
  2. Il doppiaggio consente di confrontarsi velocemente con diversi temi, personaggi e situazioni. Questo ti fa crescere amotivamente.
  3. Per fare questo lavoro, bisogna avere la dote di saper provare e regalare emozioni.
  4. Storicamente, il doppiaggio in Italia ha contribuito a combattere l’analfabetismo e a diffondere la lingua italiana “corretta”.
  5. La voce è uno strumento versatile e potente, dalla voce passano tutte le emozioni.
  6. Oltre all’emotività, è fondamentale la tecnica. Essendo uno strumento, la voce deve essere allenata, padroneggiata.
  7. Non ci si improvvisa attori e doppiatori, dietro c’è tanto studio, lavoro e sacrificio.

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Piero Muscari

In oltre 30 anni di marketing e di comunicazione per aziende, professionisti ed enti pubblici ho ideato e condotto format televisivi, sviluppato progetti di marketing territoriale, pubblicato libri, creato e prodotto campagne pubblicitarie in onda sulle più importanti reti nazionali.

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