Anche nelle famiglie italiane qualche volta le cose non vanno per il meglio e quindi bisogna lasciarsi e li succede qualcosa, possono iniziare delle guerre. Come è cambiato il rapporto col matrimonio? Cioè è cambiato il modo di stare insieme, anche il modo di lasciarsi? Io lo racconto soprattutto nel libro “I perplessi sposi” dove io parlo dei profondi cambiamenti culturali e di costume del nostro Paese dal ’70 ad oggi, cioè da quando è entrata in vigore la legge sul divorzio. Ebben, l’Italia è cambiata moltissimo, l’Italia non è più quella di una volta. Se prima il matrimonio era l’istituzione più invincibile, indissolubile, adesso non è più così. Prima di tutto perchè gli italiani si sposano sempre di meno. Avevamo raggiunto il mezzo milione di matrimoni nel ’70, siamo arrivati ai 200.000 dell’anno scorso, quindi già la gente non si sposa più come una volta. Chi si sposa lo fa con un ritardo di 10 anni rispetto a quello che succedeva negli anni ’80. Prima ti sposavi a 24 anni lui, 21 lei, oggi 34 lui, 31 lei. Già con 10 anni di ritardo. Se a questo aggiungiamo che c’è una strage di matrimoni nel nostro paese, perchè, per esempio nel Centro-Nord, 450 matrimoni finiscono in tribunale mentre nel Sud soltanto, tra virgolette, 200, questo segna anche la profonda differenza, che c’è tra Nord e Sud, anche sul piano del matrimonio. Cosa c’è di diverso? Questa è un’altra bella “palla alzata”Io parto da un presupposto che c’è un atteggiamento consumistico nei confronti del matrimonio, e questo avviene sia al Nord che al Sud, ci si sposa senza consapevolezza. I “perplessi sposi” sono esattamente questi. Io non sono preoccupato per il numero di divorzi, sono preoccupato per il numero di matrimoni fatti “mordi e fuggi”, senza neanche conoscersi. Perchè questo è il vero problema, tu non puoi disconoscere il diritto di separarti, o divorziare, se finisce il matrimonio. Che vogliamo fare? Vogliamo tornare al Medioevo? L’Italia ha introdotto il divorzio, in Europa, quasi per ultima. Con 150 anni di ritardo rispetto alla Francia. Abbiamo introdotto le unioni civili per ultimi, nel 2016. Abbiamo introdotto l’affidamento condiviso per ultimi, nel 2006, quando c’erano state convenzioni internazionali per i bambini e per l’affidamento dei figli. Siamo sempre un paese in ritardo. E quindi credo che questi libri, questi miei racconti, parlano di questi cambiamenti, uno tsunami culturale.