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Paolo Massobrio: saper raccontare le storie permette loro di lasciare il segno

Paolo Massobrio, giornalista e Direttore de IlGolosario.it, ci parla di come si può lasciare il segno nella vita degli altri o un'attività o permettere ad altri di farlo sapendo raccontarli e incontrandosi.

Tutti i “Caffè” provano ad essere di valore, ognuno in maniera diversa. Com’è il caffè italiano, com’è anche l’abitudine di bere caffè, ognuno di noi ha la sua. Dentro questo rito si vede tanto del modo di essere italiani. E sono felice perchè questa narrazione è molto nelle corde di un collega che oggi è un vero maestro che ha scritto pagine davvero importanti, facendo quel giornalismo come lo si è fatto quando è nato, nel modo più genuino, Paolo Massobrio.

Chi lascia un segno e quando ti accorgi che lascia un segno, una storia, un percorso? Un segno lo lascia un padre che forse non si accorge che ha lasciato quel segno li ai propri figli. Un segno lo lasci tu che sei stato guardato e a tua volta guardi in maniera diversa alcuni personaggi, in maniera diversa da altri. Ci sono state persone che hanno lasciato dei segni clamorosi. Per esempio Gualtiero Maltesi è evidente che ha lasciato un segno clamoroso nella storia della cucina italiana. Però io ho letto Gualtiero Maltesi dal rapporto che ho avuto con Gualtiero Marchesi, e quindi racconto delle cose particolari. Eravamo in Via Torino, camminavamo in un pomeriggio e lui dice “Ora vado a comprare dei biscotti in quella panetteria”, una panetteria modesta ma che faceva dei biscotti eccezionali e che abbiamo mangiato insieme. E allora li capisci che il genio, che ha lasciato un segno, nasce da una tradizione e da una rincora alla semplicità. Quando trovi persone così. ti accorgi del fatto che sono veri perchè ogni cellula parla di questa verità. Ti chiedo, appunto, come si fa ad alimentare questo modo di stare nel giornalismo, di stare nella comunicazione, qual’è il segreto? Il segreto è sempre quello, è la curiosità. Che cos’è il giornalismo? E’ scoprire la vita, non scrivere cose preordinate, ideologie o pregiudizi, è guardare la vita e raccontare che cosa ha detto a te. E poi, non ci si incontra, in realtà, a caso, non siamo qui a chiacchierare per caso. Ci si attira. non a caso, che c’è una sorta di legge dell’attrazione. Quando entri con questo piede e con questo piglio in un mondo, le storie si parano davanti a te. Io ho una teoria, e questo lo dimostra, che le persone vere si devono incontrare. Ma si devono incontrare per la civiltà, per il progresso, per il mondo, per far nascere nuove idee. Così si diventa superpotenze di intelligenza.  Il mio libro “Del bicchiere mezzo pieno” dice che mettendosi insieme, osservando gli sguardi, quanti sguardi incredibili, osservandoli tu hai la forza di andare avanti.

Cosa ci insegna questa storia…

  1. Ognuno di noi incontra sempre nuovi sguardi, nuove storie, nuove opportunità.
  2. Nei momenti di crisi, i locali che si svuotano prima sono sempre ai livelli più bassi.
  3. Distinguersi totalmente dalla concorrenza è l’unico modo per emergere.
  4. La curiosità è l’unico ingredientedel buon giornalismo.
  5. Per fare il giornalista bisogna guardare la vita e raccontare cosa dice a ognuno di noi.
  6. Le persone devono incontrarsi, per il progresso di tutti!
  7. La professionalità farà sempre la differenza.
Piero Muscari

Piero Muscari

In oltre 30 anni di marketing e di comunicazione per aziende, professionisti ed enti pubblici ho ideato e condotto format televisivi, sviluppato progetti di marketing territoriale, pubblicato libri, creato e prodotto campagne pubblicitarie in onda sulle più importanti reti nazionali.

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