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Pino Pinelli: continuare ad imparare e non sentirsi arrivati

Pino Pinelli, artista, ci parla del processo di diventare artista e dell'importanza della cultura come forza motivante e del continuare ad imparare e mai sentirsi arrivati.

Nato a Catania nel 1938, dove trascorre gli anni della sua adolescenza ed inizia a formarsi, prima di trasferirsi a Milano negli anni 60, la Milano di Piero Manzoni e Fontana, una Milano adatta a contaminare l’anima di qualcuno già vocato all’arte. Fontana è il maestro massimo, che ha aperto il nuovo modo di intendere l’arte visiva. Ha dato, con quel taglio alla profondità, e ci ha portato verso lo spazio. E’ stato antesignano su vari piani. Mi ricordo per 20 anni di aver avuto lo studio al secondo piano di via Brera 23, e al quinto piano lo aveva Mario Nigro, artita famoso ed importante. io ero un giovane artista che iniziava a fare cose o aveva già fatto delle cose, ma lui era già affermatissimo. Ci trovavamo spesso e io dicevo cose come “Mario tu sei un artista affermato ormai” e lui mi diceva “No, non dire mai la parola ‘ormai’ perchè un artista non arriva mai. Evolve sempre.” Ed aveva ragione. Mi interessava sempre rompere la regola, dare la spallata a ciò che è risaputo. Non ho mai fatto un quadro astratto, perchè quel taglio di geometria mi sembra chiusura, a me interessa qualcosa dove posso tirare la coda, posso alterarlo, posso muovere. Allora rompo il quadro e lo dissemino. Questo gesto è sacro, perchè da la vita, come seminare il grano. E’ un linguaggio per me. La disseminazione cambia anche il modo di pensare alle mostre, nel senso di spazi che diventano soggetto e hanno una loro domanda naturale? Certo. Nella mostra a Palazzo Reale e quella alla Galleria d’Italia ho ridisegnato tutti gli spazi. Naturalmente Palazzo Reale è un palazzo, ha delle finestre, dei caloriferi e così via. Ma io ho annullato tutto, sono tutte pareti grandi, ti si da la bicicletta e tu ora devi pedalare, e fai quello che vuoi. Ma la forza dell’Italia che ci sarà per sempre qual’è? E’ sempre e solo una, la cultura. E’ quella che ci salva. Se non hai cultura spacchi le statue, spacchi e bruci i libri, distruggi le opere, le pinacoteche. Così è avvenuto in altri paesi, nasce per colpa di un azzeramento culturale, una voglia di ‘non serve’, ed invece è fondamentale per stare al mondo.

Cosa ci insegna questa storia…

  1. Un artista, nel suo cammino, ha sempre di fronte il confronto con la tradizione e con i grandi.
  2. Non bisogna mai dire “ormai”, perchè non si smette mai di imparare.
  3. Un artista conduce una ricerca continua, per rompere le regole.
  4. La carriera da artista spesso mette di fronte a scelte difficili.
  5. L’arte è totalizzante per chi la esercita, ti assorbe completamente.
  6. Le storie sono fondamentali, sono la misura di come si è vissuto.
  7. La cultura è tutto, dobbiamo preservarla a tutti i costi!

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Piero Muscari

In oltre 30 anni di marketing e di comunicazione per aziende, professionisti ed enti pubblici ho ideato e condotto format televisivi, sviluppato progetti di marketing territoriale, pubblicato libri, creato e prodotto campagne pubblicitarie in onda sulle più importanti reti nazionali.

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